lunedì 29 dicembre 2008

Economia e Lavoro:”Qualità della vita 2008, prima Aosta,ultima Caltanissetta”.

Aosta prima, Caltanissetta ultima: è questo il risultato della classifica 2008 sulla "Qualità della vita nelle province italiane", realizzata dal Sole 24 Ore e giunta quest'anno alla 19° edizione. La ricerca prende in considerazione sei macro-aree (tenore di vita; affari e lavoro; servizi, ambiente e salute; ordine pubblico; popolazione; tempo libero). Per ogni macro-area sono individuati sei indicatori specifici (per un totale, quindi, di 36 indicatori), quali - a esempio - il Pil pro capite, la disoccupazione; le infrastrutture; i reati denunciati; gli acquisti di libri; il numero di associazioni di volontariato rispetto alla popolazione.La provincia valdostana conquista quest'anno il primato, dopo la terza posizione raggiunta nell'edizione 2007 dell'indagine, quando si era piazzata dietro Trento e Bolzano. In particolare, Aosta raggiunge il vertice della classifica 2008 grazie alle buone performance in gran parte delle aree che compongono l'indagine: Tempo libero (1° posto), Tenore di vita (5° posto), Popolazione (6°) Affari e Lavoro (10° posto). Leggermente meno brillante il risultato nei settori Ordine pubblico (32esima posizione) e in quello riferito a Servizi, ambiente e salute (67°).Sul versante opposto, Caltanissetta scende di sette gradini rispetto all'edizione 2007 dell'indagine del Sole 24 ORE, passando dalla 96sima alla 103° di quest'anno. La provincia siciliana sconta piazzamenti nella parte bassa (o bassissima) della graduatoria in tutti i settori. In particolare, Caltanissetta consegue il 70° posto nell'Ordine pubblico; il 79° nel Tenore di vita; l'88° in Servizi, ambiente e salute; il 100° in Affari e lavoro; il 102° sia nella Popolazione sia nel Tempo Libero.Alcuni indicatori statistici meglio illustrano la distanza tra i due estremi della classifica sulla Qualità della vita 2008: - ad Aosta, il Pil medio pro capite è di oltre 34mila euro, a Caltanissetta non arriva alla metà (16mila euro); - il tasso di disoccupazione è del 3,2% ad Aosta e si avvicina al 16% nella provincia siciliana;- le rapine sono meno di 17 ogni 100mila abitanti nella provincia montana e oltre 48 a Caltanissetta;- le associazioni di volontariato 1,24 ogni mille abitanti ad Aosta contro 0,34 di Caltanissetta.I risultati integrali dell'indagine "Qualità della vita 2008", con le graduatorie provincia per provincia di tutti i 36 indicatori individuati, saranno pubblicati sul Sole 24 Ore in edicola lunedì 29 dicembre. (fonte Sole240ore.com)

domenica 28 dicembre 2008

Ingiustizie dal mondo:Farmaci per pochi

Nelle strutture sanitarie pubbliche dei paesi poveri ci sono pochi medicinali. In quelle private, i farmaci ci sono ma a un prezzo proibitivo. Il gruppo Essential medicines and pharmaceutical policies dell'Oms ha esaminato l'accesso a 15 farmaci essenziali in 36 paesi a basso e medio reddito.
I medicinali presi in considerazione sono: antibiotici, antivirali, antidepressivi, e farmaci per l'asma, il diabete, l'ipertensione e la gastrite. Nel settore pubblico la disponibilità di questi farmaci oscilla tra il 29,4 per cento e il 54,4 per cento, spiegano i ricercatori su The Lancet. Spesso i pazienti sono obbligati a rivolgersi al privato, dove i medicinali hanno un prezzo 20 volte superiore alle medie internazionali per i farmaci di marca e dalle 9 alle 25 volte superiore per i farmaci generici. A incidere sul prezzo sono i passaggi della distribuzione, dal grossista al venditore, e le tasse.
Considerato che in questi paesi il 90 per cento della popolazione deve pagare di tasca propria le medicine, le terapie per malattie croniche e acute diventano inaccessibili. "Bisogna sviluppare delle strategie per allargare l'accesso a basso costo ai farmaci essenziali", commenta la rivista medica. Alcune strategie possibili: incoraggiare l'uso dei generici, abolire le tasse sui farmaci e controllare più spesso l'andamento dei prezzi delle medicine.(fonte the lancet)

venerdì 26 dicembre 2008

domenica 21 dicembre 2008

I figli di Babbo Natale...


(...)Non c'è epoca dell'anno più gentile e buona, per il mondo dell'industria e del commercio, che il Natale e le settimane precedenti. Sale dalle vie il tremulo suono delle zampogne; e le società anonime, fino a ieri freddamente intente a calcolare fatturato e dividendi, aprono il cuore agli affetti e al sorriso. L'unico pensiero dei Consigli d'amministrazione adesso è quello di dare gioia al prossimo, mandando doni accompagnati da messaggi d'augurio sia a ditte consorelle che a privati; ogni ditta si sente in dovere di comprare un grande stock di prodotti da una seconda ditta per fare i suoi regali alle altre ditte; le quali ditte a loro volta comprano da una ditta altri stock di regali per le altre; le finestre aziendali restano illuminate fino a tardi, specialmente quelle del magazzino, dove il personale continua le ore straordinarie a imballare pacchi e casse; al di là dei vetri appannati, sui marciapiedi ricoperti da una crosta di gelo s'inoltrano gli zampognari, discesi da buie misteriose montagne, sostano ai crocicchi del centro, un po' abbagliati dalle troppe luci, dalle vetrine troppo adorne, e a capo chino dànno fiato ai loro strumenti; a quel suono tra gli uomini d'affari le grevi contese d'interessi si placano e lasciano il posto ad una nuova gara: a chi presenta nel modo più grazioso il dono più cospicuo e originale.
Alla Sbav quell'anno l'Ufficio Relazioni Pubbliche propose che alle persone di maggior riguardo le strenne fossero recapitate a domicilio da un uomo vestito da Babbo Natale.
L'idea suscitò l'approvazione unanime dei dirigenti. Fu comprata un'acconciatura da Babbo Natale completa: barba bianca, berretto e pastrano rossi bordati di pelliccia, stivaloni. Si cominciò a provare a quale dei fattorini andava meglio, ma uno era troppo basso di statura e la barba gli toccava per terra, uno era troppo robusto e non gli entrava il cappotto, un altro troppo giovane, un altro invece troppo vecchio e non valeva la pena di truccarlo.
Mentre il capo dell'Ufficio Personale faceva chiamare altri possibili Babbi Natali dai vari reparti, i dirigenti radunati cercavano di sviluppare l'idea: l'Ufficio Relazioni Umane voleva che anche il pacco-strenna alle maestranze fosse consegnato da Babbo Natale in una cerimonia collettiva; l'Ufficio Commerciale voleva fargli fare anche un giro dei negozi; l'Ufficio Pubblicità si preoccupava che facesse risaltare il nome della ditta, magari reggendo appesi a un filo quattro palloncini con le lettere S, B, A, V.
Tutti erano presi dall'atmosfera alacre e cordiale che si espandeva per la città festosa e produttiva; nulla è più bello che sentire scorrere intorno il flusso dei beni materiali e insieme del bene che ognuno vuole agli altri; e questo, questo soprattutto - come ci ricorda il suono, firulí firulí, delle zampogne -, è ciò che conta.
In magazzino, il bene - materiale e spirituale - passava per le mani di Marcovaldo in quanto merce da caricare e scaricare. E non solo caricando e scaricando egli prendeva parte alla festa generale, ma anche pensando che in fondo a quel labirinto di centinaia di migliaia di pacchi lo attendeva un pacco solo suo, preparatogli dall'Ufficio Relazioni Umane; e ancora di più facendo il conto di quanto gli spettava a fine mese tra " tredicesima mensilità " e " ore straordinarie ". Con qui soldi, avrebbe potuto correre anche lui per i negozi, a comprare comprare comprare per regalare regalare regalare, come imponevano i più sinceri sentimenti suoi e gli interessi generali dell'industria e del commercio.(tratto da Marcovaldo di Italo Calvino)Leggi Tutto
Agli sparuti visitatori di questo blog auguro:
BUON NATALE


giovedì 18 dicembre 2008

Cultura:il termine lodo

Negli ultimi tempi, con i recenti fatti politici e giudiziari, è stato usato il termine lodo, usato, e talvolta abusato, nei giornali e in televisione, ma raramente spiegato al largo pubblico.Di seguito riporto il chiarimento di Raffaella Setti(redazione consulenza linguistica -Accademia della Crusca) sul termine lodo

"Si tratta di una parola antica, derivante dal latino medievale laudum che aveva significato di ‘approvazione [data dal signore feudale]’, forma deverbale di lodare, verbo che è attestato nell’italiano antico con significato di ‘arbitrare’, nel 1353 ad Orvieto e nel 1374 in un documento amiatino; nel senso di ‘giudizio scritto’ laudum è attestato a Piacenza nel 976.

Il significato di lodo riportato nel Grande Dizionario della Lingua Italiana fondato da S. Battaglia (Torino UTET, 1961-2002) è ‘decisione con cui un arbitro o un collegio di arbitri dirime (non di rado in via equitativa) una controversia; sentenza arbitrale. – Anche: compromesso, accordo fra parti aventi interessi contrastanti’. Bisogna precisare, seguendo il Nuovo Etimologico (a cura di M. Cortelazzo e P. Zolli, Bologna, Zanichelli, 2002), che il lodo, cioè la ‘decisione degli arbitri’ acquista efficacia di sentenza giudiziale quando sia dichiarata esecutiva con decreto del pretore. Nel Dizionario Etimologico Italiano (a cura di C. Battisti e G. Alessio, Firenze, Barbèra, 1975) si fa riferimento all’uso del termine nella vecchia amministrazione comunale veneta per regolamentare i rapporti delle proprietà confinanti.

Nella storia della Repubblica italiana il primo caso di lodo fu il cosiddetto lodo De Gasperi, una soluzione mediatrice su questioni di politica agricola che si tradusse poi in legge. I recenti fatti di attualità, dopo il lodo Mondadori, hanno rilanciato il termine anche se resta incerta la forma con cui passerà alla storia la legge recentemente approvata, che prevede la sospensione dei processi per le cinque più alte cariche dello Stato (i presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera, del Consiglio dei Ministri e della Corte Costituzionale). La prima formulazione della mediazione tra chi sosteneva la prosecuzione senza condizioni del processo a Berlusconi e chi invece mirava all’immunità e quindi impunità dell’imputato, è da attribuire a Maccanico e quindi la prima denominazione è stata quella di lodo Maccanico: nel tentativo di conciliare i due diversi schieramenti e di evitare i danni della legge Cirami (che poi è passata e ha provocato il temporaneo accantonamento del lodo Meccanico), Maccanico aveva proposto la sospensione del processo senza l’impunità formale. Si è passati poi, attraverso alcuni correttivi (il provvedimento non riguarda i coimputati per cui, ad esempio, il processo Previti continua; è prevista la continuazione delle indagini preliminari mentre viene sospesa la fase processuale) incoraggiati anche dall’avallo del Presidente della Repubblica prima dell’approvazione della legge in Parlamento, al lodo Schifani che poi è la legge effettivamente approvata e ormai in vigore. Nella stampa si alternano tutte le possibili varianti, da lodo Maccanico a lodo Ciampi a lodo Schifani e anche lodo Maccanico-Schifani, per cui non ci resta che aspettare per vedere quale sarà la forma che si affermerà o se invece la legge sarà annullata per incostituzionalità o abrogata attraverso referendum.

Resta un ultimo interrogativo: perché si continua a chiamare lodo un provvedimento che ha compiuto l’iter di una legge vera e propria e ha adesso l’efficacia e la forma di una Legge dello Stato? Al momento della proposta iniziale si trattava effettivamente di lodo nella sua accezione di documento compromissorio e frutto di una mediazione tra parti diverse, e in questa forma è stato reso noto e diffuso dagli organi di stampa; secondo la normale consuetudine del linguaggio giornalistico è stato poi mantenuto questo termine che si è cristallizzato, nelle diverse forme che abbiamo visto, anche nel corso della sua evoluzione fino all’approvazione e trasformazione in legge. La scelta iniziale da parte degli organi di stampa di utilizzare questo termine ha determinato il processo identificativo, per cui lodo Maccanico rimandava a quel particolare provvedimento e, in questa forma, è stato diffuso e si è radicato anche nell’uso comune; passare dalla denominazione di lodo a quella di legge avrebbe creato ambiguità e la possibilità di un mancato riconoscimento dell’oggetto di riferimento da parte di tutti coloro che non hanno seguito la vicenda in tutti i suoi delicati e intricati passaggi.

A cura di Raffaella Setti
Redazione consulenza linguistica
Accademia della Crusca






venerdì 12 dicembre 2008

12 dicembre di Pino De Luca...Tra passato e presente

...Il 12 Dicembre, uno scherzo del destino vuole che tutto in quel giorno cominci e tutto in quel giorno si esaurisca. Era 29 anni or sono, Banca Nazionale dell'Agricoltura, Piazza Fontana, centro di Milano. Sono le 16.37 quando esplode una valigia con sette chili di tritolo che uccide 16 persone e ne ferisce 87. Comincia la strategia della tensione. Da quel giorno la storia di questo paese è costellata di assassini, atti terroristici e stragi tutte gestite e pilotate per impedire che in questo paese cambiasse qualcosa, anzi per farlo tornare indietro. Alla gestione di questo percorso fatto di lutti e sofferenze partecipa attivamente, si dice in molti atti giudiziari, tale Licio Gelli fondatore della Loggia P2 e estensore del Piano di Rinascita Democratica...Leggi Tutto,

sabato 6 dicembre 2008

Disabilità e Diritti: Bonus straordinario,modulo e istruzioni dell’Agenzia delle entrate

L’Agenzia delle entrate ha dunque provveduto ad elaborare i moduli e le istruzioni per la richiesta del “Bonus straordinario per famiglie, lavoratori pensionati e non autosufficienza” previsto dal decreto-legge 185/2008.
L’Agenzia chiarisce, implicitamente ed esplicitamente, alcuni dubbi interpretativi sorti dalla lettura del decreto-legge citato ed evidenziati dalla nostra nostra precedente nota.L’aspetto più rilevante e negativo riguarda i nuclei familiari in cui sia presente un “componente portatore di handicap”. Come noto il decreto-legge 185/2008 prevede che, in questi casi, il bonus straordinario sia pari a 1000 euro e che il limite reddituale complessivo del nucleo sia elevato a 35.000 euro.Le istruzioni alla compilazione dei moduli precisano che per “componente portatore di handicap si intende esclusivamente il figlio con handicap a carico del richiedente, restringendo in tal modo la platea dei potenziali interessati.Inoltre le istruzioni precisano che per “portatore di handicap” ci si riferisce all’art. 3 comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, cioè all’handicap con connotazione di gravità.Rimangono, quindi, esclusi dalla concessione del bonus:- i disabili gravi unici componenti del nucleo familiare che abbiano un qualsiasi reddito da lavoro o assimilato;- i disabili gravi unici componenti del nucleo familiare che siano titolati di pensione (non da invalidità civile) superiore ai 15.000 euro l’anno;- i contribuenti che abbiano a carico un coniuge o altri parenti (diversi dai figli) pur con handicap ed un reddito complessivo superiore ai 20 mila euro annui;
- i lavoratori autonomi, indipendentemente dal reddito, dalla composizione del nucleo e dalla presenza di un figlio a carico con handicap grave.LEGGI TUTTO

giovedì 4 dicembre 2008

Mondo:Zimbabwe, dichiarato stato di emergenza,il colera dilaga e mancano i medicinali

Appello all'Onu delle autorità, non più in grado di fronteggiare l'epidemia I casi accertati sono oltre 12.500, più di cinquecento finora le vittime
HARARE - Lo Zimbabwe dichiara lo stato di emergenza nazionale. Le autorità non sono più in grado di fronteggiare la nuova ondata di colera che rischia di trasformarsi in una vera ecatombe. Da domenica scorsa manca l'acqua potabile in molte regioni del paese, ma soprattutto nella capitale Harare dove la gente vaga con taniche e bidoni alla ricerca delle pochissime fonti di approvigionamento idrico ancora in funzione.Il rischio di un contagio, incontrollabile, sta destando forte apprensione tra i dirigenti sanitari del paese. Mancano i soldi per acquistare le sostanze chimiche indispensabili a filtrare le condotte, molte delle quali sono inquinate. C'è bisogno soprattutto di solfato di alluminio che viene fornito dal vicino Sudafrica. Ma la montagna di debiti accumulati ha interrotto le forniture. Le industrie di Johannesburg pretendono il pagamento di almeno una parte dei crediti e da quattro giorni hanno sospeso l'invio del materiale chimico...Leggi tutto

domenica 30 novembre 2008

Il cambiare il nome... non cambia la sostanza...

Nome roboante, aspetto esclusivo, ma non è altro quella che un tempo si chiamava “tessera di povertà”oggi gli esperti di marketing del governo Berlusconi l'hanno chiamata Social Card
Avranno diritto alla social card i più bisognosi tra i poveri e cioè anziani oltra i 65 anni con un reddito annuo pari a 6 mila euro o famiglie con figli fino a 3 anni...avranno a disposizione udite,udite: 40 euro al mese! Da domani,1° dicembre potranno farne richiesta.
Non mi meraviglierei se accadesse che i poveri veri non avranno neppure questi pochi euro,mentre avranno diritto e faranno richiesta i tanti evasori fiscali.......

venerdì 28 novembre 2008

Assetati di liquidità

"Raramente si è visto un cambio di rotta tanto brusco nelle strategie aziendali", scrive l'Economist. "Fino a poco tempo fa avere denaro liquido era considerato pericoloso. Le imprese che accumulavano contanti erano guardate con sospetto. Dall'inizio della crisi, invece, c'è un disperato bisogno di liquidità".
La stretta creditizia ha modificato gli orizzonti della gestione finanziaria: "Il principio guida di tutti i manager è diventato all'improvviso quello di racimolare denaro a ogni costo e fare di tutto per conservarlo". I dirigenti, inoltre, si trovano intrappolati in una sorta di paradosso: "Fare il bene dell'impresa, e cioè ridurre le spese, non corrisponde sempre al bene degli azionisti, perché rallenta ulteriormente l'economia".
Come spiega il settimanale, "la crisi finirà e le aziende farebbero bene a prepararsi all'evento senza cedere alla frenesia dei tagli né alla tentazione di abbandonare in fretta le previsioni di crescita. Ma gli attuali manager, che sono cresciuti con il mito della produttività, non si fidano abbastanza del mercato da scommettere che il denaro tornerà a circolare". Questo cambio di prospettiva, conclude l'Economist, "sarà l'eredità lasciata dalla crisi al mondo aziendale".(da The Economist fonte Internazionale)

lunedì 24 novembre 2008

25 novembre "Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne






Per troppe donne la violenza è pane quotidiano



"La violenza maschile sulle donne è la prima causa di morte e di invalidità permanente, in Italia come nel resto del mondo. La violenza fa parte delle nostre vite quotidiane e si esprime attraverso la negazione dei nostri diritti, la violazione dei nostri corpi, il silenzio.
La VIOLENZA MASCHILE non ha classe nè confini, NASCE IN FAMIGLIA, si manifesta nei luoghi di lavoro, nelle strade, nelle guerre, NON E' UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO, MA E' UN PROBLEMA CULTURALE E POLITICO!
Ancora una volta vogliamo ritrovarci insieme e AFFERMARE che al disegno di legge Carfagna, che criminalizza le prostitute e impone regole di condotta per tutte, che ci vuole dividere in buone e cattive, in sante e puttane, in vittime e colpevoli, noi rispondiamo che SIAMO TUTTE INDECOROSAMENTE LIBERE! al decreto Gelmini che ci confeziona una scuola autoritaria e razzista, noi rispondiamo che VOGLIAMO TUTTE 5 IN CONDOTTA! Ai pacchetti sicurezza e alle norme xenofobe che ci vogliono distinguere in cittadine/i con e senza diritti, rispondiamo che SIAMO TUTTE CITTADINE DEL MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE!”(Rete di donne per la 194 di Lecce)




sabato 22 novembre 2008

Tra il dire e il fare...

In un modo o nell'altro, il crac finanziario che sta facendo tremare le principali economie mondiali colpirà duramente anche l'Africa. Il settimanale satirico del Burkina Faso Journal du Jeudi non ha dubbi: "Non ci saranno persone che finiranno per strada a causa dei mutui subprime né impiegati di borsa che perderanno il lavoro. Ma le nostre economie non resteranno certo immuni di fronte alla tempesta che è partita dagli Stati Uniti e che si sta propagando in tutto il mondo. Il motivo è semplice e si riassume in una sola parola: globalizzazione. L'economia africana è molto dipendente dall'andamento dell'euro. Se la moneta unica europea dovesse crollare, le difficoltà dell'Africa aumenterebbero, andandosi a sommare a quelle già esistenti, che negli ultimi mesi hanno causato rivolte e sommosse".
Il settimanale conclude puntando il dito contro l'ipocrisia dei governi dei paesi sviluppati e delle organizzazioni economiche internazionali: "Per anni ci hanno imposto il loro modello, dicendoci che la strada del libero mercato era l'unica possibile per migliorare le nostre condizioni di vita. Adesso che la loro dottrina è fallita, non si fanno scrupoli a nazionalizzare l'economia, facendo ricadere le perdite sui cittadini innocenti".(da Jurnal du Jeudi-fonteInternazionale)

giovedì 20 novembre 2008

COMBOMASTAS "'U TAGGHIAMU 'STU PALLUNI...?!"


Il videoclip del rap siciliano 'U tagghiamu stu palluni' ('Lo tagliamo 'sto pallone?') vince il 'Premio speciale per l'impegno civile'. Alla sua 10/ma edizione, il 'Premio videoclip italiano' ha scelto il video dei palermitani 'Combostamastas' perche' messaggio di lotta della sub-cultura mafiosa. Il titolo riprende la minaccia degli abitanti dei quartieri ai ragazzi che giocano a calcio, disturbati dai loro schiamazzi. Esempio di repressione della liberta' giovanile.(ansa)


lunedì 17 novembre 2008

INPS: definizioni operative di handicap e disabilità

Il 30 ottobre scorso l’INPS ha espresso, con il messaggio n. 23991 indicazioni interpretative su due definizioni: quello di handicap e quello di disabilità. Si tratta di interpretazioni che hanno ricadute importanti su due aspetti.
Il primo: la revisione dei certificati di handicap rilasciati ai sensi della Legge 104/1992.
Il secondo: l’applicazione delle agevolazioni alle assunzioni – ai sensi della Legge 68/1999 – di lavoratori con handicap intellettivo e psichico.
Handicap e rivedibilità
Per la prima volta l’INPS fornisce alle proprie Commissioni di verifica alcune indicazioni metodologiche e interpretative legate al concetto di handicap. Le Commissioni di verifica, lo ricordiamo, sono deputate a controllare nella forma e nel merito tutti i verbali di invalidità, handicap (Legge 104/1992) e disabilità, rilasciati dalle Commissioni di accertamento delle Aziende Usl. Inoltre sono incaricate di effettuare i controlli a campione e quelli straordinari (esempio i 200mila controlli sui “falsi invalidi” previsti dalla recente Legge 133/2008).
L’INPS ricorda che l’handicap “pur fondando la sua sussistenza sulla presenza di una minorazione, lega le prestazioni/agevolazioni alla sussistenza di un addendo socio-relazionale e di contesto che non può essere ignorato e sul permanere del quale può significatamente fondarsi l’esigenza di revisione da parte di una Commissione che non è solo medica, ma che equigerarchicamente prevede l'operatore sociale nella costruzione del giudizio.”
L’INPS non cita l’esatta definizione di handicap grave previsto dall’articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992: “Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l'autonomia personale, correlata all'età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità.”.
Per l’estensore del messaggio, che si rifà meramente al contesto e all’aspetto socio-relazionale, non è rilevante l’aspetto del carico assistenziale e dell’autonomia personale che divengono particolarmente severi in correlazione con minorazioni di particolare gravità.
L’INPS sostiene, quindi, che la certificazione di handicap non possa essere “congelata” non prevedendo revisione alcuna. È preferibile che i verbali di handicap prevedano una rivedibilità nel tempo.
L’affermazione appare in palese contrasto con quanto previsto dall’articolo 6 della Legge 9 marzo 2006, n. 80 che prevede che “i soggetti portatori di menomazioni o patologie stabilizzate o ingravescenti, inclusi i soggetti affetti da sindrome da talidomide, che abbiano dato luogo al riconoscimento dell'indennità di accompagnamento o di comunicazione, sono esonerati da ogni visita medica finalizzata all'accertamento della permanenza della minorazione civile o dell’handicap”.
Di fronte a questa evidenza, l’INPS sostiene che il Decreto applicativo dell’articolo 6 della Legge 80/2006, e cioè il Decreto ministeriale 2 agosto 2007, non avrebbe introdotto novità rispetto all’accertamento dell’handicap. Quindi l’esonero dalla ripetizione delle visite di accertamento sarebbe – secondo l’INPS – relativa solo alle invalidità civili. Leggi tutto

domenica 16 novembre 2008

«Comunisti!» e giù botte Aggressione naziskin agli studenti

Aggrediti, insultati e picchiati da un gruppo di attivisti di estrema destra solo perché si portavano dietro un bongo. È successo nella notte a Bologna a un gruppo di ragazzi, per lo più studenti fuorisede, che passeggiavano proprio sotto le due torri. Venivano da una festa di laurea, erano stati in piazza Santo Stefano e all'altezza di piazza della Mercanzia hanno incrociato, verso le 3.15, un gruppo di una decina di «Skin» e «Nazi». Prima sono partiti gli insulti.
«Partigiani di m..., comunisti di m...». Poi, quando uno dei ragazzi ha risposto («sono comunista e ne vado fiero, i partigiani hanno liberato l’Italia») si è scatenata la furia degli skin. Pugni e calci ma anche bottigliate e colpi di sedie e sgabelli presi «a prestito» da un locale. Due i ragazzi feriti (entrambi di Catanzaro, un 34enne a cui sono stati rotti il naso e la mascella e un 21enne in modo lieve) e quattro i «nazi» finiti in manette nel giro di mezz'ora. Sono tutti attivisti delle frange estreme ben noti alla Digos, alcuni hanno precedenti e uno è a processo per episodi analoghi. Tra gli arrestati c'è il bolognese Luigi Guerzoni, responsabile provinciale dei giovani di Forza Nuova di Bologna: il gruppo di «nazi», era fuori proprio per festeggiare il suo 33° compleanno.
Oltre a Guerzoni (che ha una lunga lista di precedenti e nel 2002 era finito in carcere per un'aggressione analoga), gli arrestati sono Vincenzo Gerardi, Alessandro Malaguti e Xavier Gunther Latiano. Per loro si apriranno le porte del carcere con le accuse di lesioni gravi, minacce aggravate e porto abusivo di armi in concorso. Di sicuro verrà contestata l'aggravante del numero di persone e anche i futili motivi.
Il gruppo di ragazzi aggrediti era formato da sei o sette persone: un gruppo eterogeneo ma quasi tutti studenti fuorisede, tra cui ragazzi pugliesi, calabresi (come le due vittime di Catanzaro) e anche un bolognese. Tra loro non ci sono attivisti di sinistra: a fare irritare i nazi è stato il loro look, le code di cavallo, i capelli lunghi e soprattutto il bongo che avevano con loro, che durante l'aggressione è stato rotto.
Il ferito più grave, che ha riportato la rottura di naso e mascella, ha 34 anni ed è stato colpito dai nazi anche quando era già a terra: ricoverato all’Ospedale Maggiore, è poi stato trasferito al Bellaria. Oltre alla rottura di naso e mascella, ha riportato un trauma facciale con contusione a un occhio, l'estrazione di un molare e un trauma cranico non commotivo. L’altro ragazzo ferito ha 21 anni e ha avuto soltanto tre giorni di prognosi.
A dare l'allarme è stato il gruppo dei ragazzi aggrediti: subito dopo le botte, hanno fermato una volante della polizia che passava in zona. Immediate le ricerche: Latiano è stato fermato subito mentre era ancora vicino alle due torri, gli altri tre «nazi» sono stati fermati poco dopo in via Ugo Bassi. Gli arrestati (che sono stati riconosciuti dai ragazzi aggrediti nell'immediatezza) sono tutti noti alla Digos per il loro attivismo nelle frange di estrema destra. Malaguti (20 anni) e Latiano (25 anni), però, fino ad oggi erano incensurati. da unita.it

giovedì 13 novembre 2008

Che furbetto quel Brunetta.... di Emiliano Fittipaldi e Marco Lillo

La trasferta a Teramo per diventare professore. La casa con sconto dall'ente. Il rudere che si muta in villa. Le assenze in Europa e al Comune. Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni
La prima immagine di Renato Brunetta impressa nella memoria di un suo collega è quella di un giovane docente inginocchiato tra i cespugli del giardino dell'università a fare razzia di lumache. Lì per lì i professori non ci fecero caso, ma quella sera, invitati a cena a casa sua, quando Brunetta servì la zuppa, saltarono sulla sedia riconoscendo i molluschi a bagnomaria. Che serata. La vera sorpresa doveva ancora arrivare. Sul più bello lo chef si alzò in piedi e, senza un minimo di ironia, annunciò solennemente: "Entro dieci anni vinco il Nobel. Male che vada, sarò ministro". Eravamo a metà dei ruggenti anni '80, Brunetta era solo un professore associato e un consulente del ministro Gianni De Michelis. Ci ha messo 13 anni in più, ma alla fine l'ex venditore ambulante di gondolette di plastica è stato di parola. In soli sette mesi di governo è diventato la star più splendente dell'esecutivo Berlusconi. La guerra ai fannulloni conquista da mesi i titoli dei telegiornali. I sondaggi lo incoronano - parole sue - 'Lorella Cuccarini' del governo, il più amato dagli italiani. Brunetta nella caccia alle streghe contro i dipendenti pubblici non conosce pietà. Ha ristretto il regime dei permessi per i parenti dei disabili, sogna i tornelli per controllare i magistrati nullafacenti e ha falciato i contratti a termine. Dagli altri pretende rigore, meritocrazia e stakanovismo, odia i furbi e gli sprechi di denaro pubblico, ma il suo curriculum non sempre brilla per coerenza. A 'L'espresso' risulta che i dati sulle presenze e le sue attività al Parlamento europeo non ne fanno un deputato modello. Anche la carriera accademica non è certo all'altezza di un Nobel. Ma c'è un settore nel quale l'ex consigliere di Bettino Craxi e Giuliano Amato ha dimostrato di essere davvero un guru dell'economia: la ricerca di immobili a basso costo, dove ha messo a segno affari impossibili per i comuni mortali.(da espresso.repubblica.it)Leggi Tutto

lunedì 10 novembre 2008

Omaggio a Miram Makeba...



È morta Miriam Makeba.
Miriam Makeba, la più famosa e amata cantante africana, è morta questa notte a Castel Volturno, vicino a Napoli, dopo aver cantato a un concerto di solidarietà per lo scrittore Roberto Saviano. Makeba, che aveva 76 anni, è stata colpita da un attacco cardiaco e si è spenta in ospedale poco tempo dopo. Conosciuta in tutto il mondo come "Mama Africa", la cantante è stata il simbolo della lotta contro l'apartheid in Sudafrica, paese in cui era nata nel 1932. Perseguitata nel suo paese, ha vissuto negli Stati Uniti e in Guinea, e ha fatto ritorno in Sudafrica solo nel 1990, dopo trent'anni di esilio. È stata la prima donna africana a ricevere il Grammy award nel 1965.

domenica 9 novembre 2008

Carla Bruni: «Gaffe di Berlusconi? Felice di essere francese»

«Meno male che sono diventata francese». Carla Bruni, moglie del presidente Nicolas Sarkozy, commenta con questa battuta la gaffe del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi aveva definito Barack Obama «giovane, bello e abbronzato». «Veder vincere Obama è ovviamente una gioia immensa - dice in un'intervista al "Journal du Dimanche" l'ex top model italiana, dal febbraio scorso 'premiere damè di Francia - Per me e per tutti quelli che amano l'America».«Di contro - sostiene Carla Bruni, quanto sento Silvio Berlusconi prendere alla leggera l'avvenimento e scherzare sul fatto che Obama è "sempre abbronzato", questo mi stranisce. Si farà pure dell'umorismo....Ma spesso sono molto contenta di essere diventata francese!».La Carla-Sarkozy, che ha ricordato il suo impegno passato con Sos-Racisme. «Allo stesso tempo», ha proseguito:«Mi sono spesso chiesta da dove veniva il blocco delle nostre società che fa in modo che siamo così bianchi, nelle élite, in Parlamento, nei circoli dirigenti (la musica, la moda sono una cosa diversa) mentre la società è un incrocio», ha proseguito, «Siamo paralizzati dalle abitudini. Il potere ha spesso avuto la stessa testa, uomini bianchi e piuttosto vecchi. Le abitudini, alla fine, diventano una sclerosi».(da unita.it)
Se qulcuno ha voglia di mandare una cartolina al premier Silvio Berlusconi(ed è "imbecille" come me) può farlo da QUI

Pinocchio uccide il crì-crì-crì!… di Alfio Tarullo

Nel capo 4 de “Le avventure di Pinocchio" Carlo Collodi ci narra come Pinocchio, sia pure involontariamente, uccide la propria coscienza per non riceverne i suggerimenti.
I nostri genitori, prodighi di consigli, negli anni in cui erano accetti e ben assimilati –l'educazione!- ci ripetevano, rimproverandoci bambinesche malefatte “Non ti rimorde la coscienza per aver fatto una sì cattiva azione?".Si trattava di “cattive" azioni infantili e innocue (tra queste: immergere le dita nel barattolone della profumata marmellata casalinga, desiderosi, come eravamo, di essenze dolci, necessarie al nostro sviluppo) La reprimenda era severa.Nei rebus sulla Settimana Enigmistica, per definire la risolutiva trascrizione “mente" (dal verbo mentire) viene disegnato il bimbo che ruba la fetta di torta e alla mamma dice NO", nascondendo la fetta dietro la schiena:Orribili mentitori eravamo, ma felici di non avere la salvifica possibilità dei poverissimi bambini che nulla potevano rubare dalla dispensa e quindi rimanevano moralmente integerrimi.
C'è sempre qualcuno che tende a dar consigli per immetterci e farci rimanere sulla “retta via" della morale consolidata, queste lodevoli indicazioni ai bambini sono divenute sempre più rarefatte, molti genitori temono di essere autoritari e quindi inaccetti.Per quanto riguarda la “politica" c'è sempre qualcuno o qualche movimento che ispira la sua essenza al rispetto della moralità collettiva, ormai in via di estinzione. Ma mentre i bambini accettavano (e forse continuano ad accettare) la sequela di consigli moralistici e di solidarietà verso gli altri che di questo han bisogno (ah, le vecchiette, aiutate ad attraversare la strada dai boy-scout!) sono proprio gli adulti, incalliti in grandiose e invisibili (talvolta, invero, evidenti) malefatte d'ogni genere a rifiutare perfidamente i sottili richiami che vengono dalla propria coscienza.Leggi tutto


venerdì 7 novembre 2008

L'importanza della geografia...

Il termine geografia dal greco antico, γῆ/γέα (Terra) e γράφειν (scrivere) letteralmente significa scrittura della terra, è la scienza che studia, interpreta, descrive e rappresenta la Terra nei suoi aspetti fisici e antropici, cioè negli organismi spaziali della sua superficie. La geografia è molto più che la cartografia, cioè lo studio delle mappe, e non è nemmeno lo studio di promontori e baie, non investiga solo su cosa e dove è sulla Terra, ma anche perché è lì e non da qualche altra parte...
Vi propongo a tal proposito un articolo scritto da
Pino De Luca:
Circa un mese e mezzo fa, Angelo, persona della quale ho sempre avuto grande stima, mi pose un quesito che riporto depurandolo dei riferimenti: “ ... in passato a xxx ... il figlio di un cittadino di Serie A, professionista con la "passione" della politica, amico degli amici, è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti e in quantità notevole, è stato segnalato all'amico genitore con buona pace di tutti; ... sempre a xxx il figlio di un cittadino di serie B, contadino, ... è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti, in quantità minore rispetto al più fortunato concittadino, ha passato guai seri dal punto di vista giudiziario con anche serie limitazioni della propria libertà,... Io amo pensare che la notizia del figlio di papà sia solo una leggenda metropolitana. Ma se così non fosse, perché un ragazzo deve vedere segnato il proprio destino fin dalla nascita?Leggi tutto

giovedì 6 novembre 2008

Berlusconi, prima gaffe su Obama


Le reazioni. L'opposizione attacca il premier, ed è il Pd il primo a chiedere che "il capo del governo chieda subito scusa". "La migliore delle ipotesi - dice Franceschini - è che Berlusconi non riesca più a controllarsi. Dimentica che le sue parole coinvolgono l'immagine del nostro Paese nel mondo. Dire che il presidente degli Stati Uniti è 'giovane, bello e anche abbronzato' suonerà alle orecchie di tutto il mondo come una offesa carica di pericolose ambiguità". Parla anche il leader del partito, Veltroni, secondo il quale le si tratta di parole "che colpiscono e feriscono la dignità dell'Italia". E che la danneggiano, perché un uomo di Stato non può permettersi continuamente battute da cabaret".
A seguire, l'Italia dei Valori, che con Donadi sostiene che Berlusconi, con le sue parole, scredita l'Italia sul piano internazionale".
Dall'altra parte si avverte a caldo un certo sconcerto. Basti pensare alla reazione del ministro Ronchi (An), che informato dai giornalisti a margine del Consiglio dei ministri appare prima incredulo, poi si dilegua alla svelta senza commentare: "Arrivederci...".
Poi scatta la chiamata a raccolta e arriva puntuale la nota di Capezzone, portavoce di Forza Italia, che parla di "sinistra desolante, che non sa più a cosa attaccarsi per colpire Berlusconi. A seguire, la minimizzaone del leghista Calderoli: "Solo una battuta". E poi, ancora, la originale spiegazione del ministro Rotondi, secondo il quale le parole del Cavaliere "si spiegano con una teoria psicologica per cui fondamento del razzismo è l'invidia dei bianchi per un colore più gradevole".
Da questo momento in poi, mentre la frase di Berlusconi fa il giro del mondo - dall' inglese Herald Tribune all'americano Drudgereport, dal turco Daily allo spagnolo Heraldo - da destra è tutto un fiorire di sorrisi e spallucce e attacchi alla "sinistra tetra". Quella sinistra che, come dice Gasparri, "non sa capire che Berlusconi ha lanciato una operazione simpatia". Forse la medesima "operazione simpatia" che proprio Gasparri aveva lanciato ieri commentando l'elezione di Barack: "Al Qaeda sarà contenta".(da repubblica.it)

martedì 4 novembre 2008

BLITZ IN RAI E MINACCE A CRONISTI DI 'CHI L'HA VISTO'

ROMA - Un blitz in Rai da parte di una trentina di giovani dell'estrema destra romana, alcuni con il viso coperto da passamontagna, e minacce ai cronisti di Chi l'ha visto. E' quanto accaduto a Roma, dopo la puntata di ieri sera della trasmissione di Rai tre, che ha mostrato un video degli scontri in occasione delle manifestazioni contro il decreto Gelmini.
ha scavalcato la scorsa notte i cancelli della sede Rai di via Teulada tentando un'irruzione per protestare contro la trasmissione televisiva 'Chi l'ha vistò e la sua conduttrice Federica Sciarelli.
Informati dalla guardia giurata che a quell'ora non c'era più nessuno, avrebbero desistito. Nella puntata di ieri sera erano andati in onda dei filmati che ricostruivano le fasi immediatamente precedenti l'aggressione di un gruppo di studenti dell'estrema destra ai danni di altri che manifestavano davanti al Senato contro il decreto Gelmini.
Attorno all'una e trenta della scorsa notte, secondo quanto si è appreso il gruppo, è riuscito ad entrare nel cortile della sede Rai non lontana dalla palazzina dove è in realtà la redazione di 'Chi l'ha visto'. Alcuni di loro avevano anche il volto coperto da passamontagna. Due dei giovani erano muniti di telecamere. Ad accorgersi dell'intrusione è stata una guardia giurata che ha avvicinato alcuni di loro ma è stato allontanato al grido di "lasciaci in pace dobbiamo protestare".
Nelle telefonate giunte in mattinata alla redazione di 'Chi l'ha vistò si minacciano gli autori del servizio. Fatte a nome di 'Forza Nuova', le telefonate, le cui registrazioni sono in mano alla digos di Roma, affermano "vi abbiamo identificato a voi ed ai vostri familiari". Gli inquirenti hanno anche acquisito le immagini riprese la scorsa notte dalle telecamere fisse della sede Rai di via Teulada che mostrano l'irruzione del gruppo.
CASA POUND: USO CRIMINALE SERVIZIO PUBBLICO - "E' stata effettuata una pacifica passeggiata negli studi Rai di via Teulada a Roma. Abbiamo voluto denunciare un uso strumentale e criminale del servizio pubblico: infatti nella puntata del 3 novembre della trasmissione "Chi l'ha visto?" sono state mostrate immagini di militanti del Blocco Studentesco, invitando i telespettatori a fornire informazioni e generalità di ragazzi che non sono né scomparsi né tanto meno sconosciuti". Lo afferma, in una nota, Casa Pound Italia.
"Infatti i ragazzi mostrati in trasmissione - si legge nella nota - sono già stati fermati ed identificati dalle forze dell'ordine in merito agli scontri seguiti all'aggressione subita dal Blocco Studentesco da parte dei Centri Sociali in piazza Navona il 29 ottobre scorso". "Nei fatti tramite una trasmissione del servizio pubblico - ha concluso Casa Pound Italia - si è voluto fornire a livello nazionale una vera e propria lista di proscrizione per invitare gli antifascisti più violenti a mettere in pratica la loro aspirazione più nota: 'uccidere un fascista non e' reatò".
SCIARELLI, MAI COINVOLTO IL PUBBLICO
La conduttrice di Chi l'ha visto Federica Sciarelli rivendica di "non aver mai coinvolto il pubblico. Non ho sollecitato i telespettatori a fornire alcuna indicazione. Mi sono solo limitata a dire 'guardate queste immagini', come del resto è documentato dalla registrazione della trasmissione". Come si può sentire anche riascoltando la registrazione del programma, la conduttrice ha spiegato che: della manifestazione a piazza Navona "ci sono altre immagini che sono state fatte vedere pochissimo, ci hanno chiesto di mandarle in onda e noi ve le facciano vedere. Sono immagini, devo dire, brutte, vediamole insieme al ralenti. Allora - ha aggiunto commentando il filmato - ci sono dei giovani, giovanissimi tra l'altro, li vedete in basso, proprio giovani, sicuramente non degli universitari, forse dei liceali e poi ci sono delle persone, li vedete, che stanno, proprio a calci, pugni, scudisciate che si fanno largo, sono ben visibili queste persone, questo è accaduto prima di quello che avete visto voi nei giornali e nelle televisioni, durante i telegiornali, degli scontri di piazza Navona. Guardate tra l'altro la faccia sgomenta e preoccupata dei ragazzi, sono dei ragazzini, sono veramente dei ragazzini che scappano, questi qui in basso, spaventatissimi da quello che sta succedendo".
In chiusura, la Sciarelli ha riportato la considerazione di Enzo Letizia, del sindacato della polizia, che "ha detto 'ma come mai gli ultra' di estrema destra non sono stati, insomma, attenzionati, come quelli di sinistra'. Vi abbiamo fatto vedere queste immagini - ha concluso - che sono non belle per una manifestazione che doveva essere pacifica, appunto".
PETRUCCIOLI A MARONI, FATTI GRAVI - Il presidente della Rai Claudio Petruccioli ha avuto un colloquio telefonico con il Ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso del quale ha sottolineato la gravità dell'accaduto e le preoccupazioni che l'episodio suscita. Le strutture dell'azienda - spiega ancora Viale Mazzini - sono inoltre in costante contatto con le autorità di Pubblica sicurezza a tutela dei lavoratori e degli impianti Rai.
RUFFINI, DA RAI NESSUNA LISTA PROSCRIZIONE - "Non ci sono parole per commentare quanto accaduto: chi parla di 'passeggiata' non ha il senso della misura e non conosce la differenza tra violenza e non-violenza". Lo afferma il direttore di Raitre, Paolo Ruffini, in merito a quanto avvenuto ieri notte nel Centro di produzione Rai di Via Teulada. In riferimento a quanto mandato in onda ieri da 'Chi l'ha visto?' sui fatti di Piazza Navona, Ruffini chiarisce che "la trasmissione ha fatto un lavoro di ricostruzione giornalistica e non ha chiesto liste di proscrizione. 'Chi l'ha visto?' ha documentato con immagini quanto avvenuto". Il direttore di rete ribadisce che "Raitre crede nel dialogo e nella forza del lavoro giornalistico e non si riconosce in chi ci accusa di incitare la violenza: noi la violenza ieri notte l'abbiamo subita".
ORDINE LAZIO, EPISODIO INTOLLERANZA - "Un ennesimo episodio di intolleranza e di pura violenza ha investito la trasmissione 'Chi l'ha vistò condotta dalla collega Federica Sciarelli. Il comando, dopo aver fatto l'altra notte irruzione nei locali della trasmissione superando la vigilanza, ha continuato stamane minacciando telefonicamente i redattori i quali avevano la sola 'colpa' di aver fatto il loro lavoro con serietà e professionalità ". Lo dice il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio Bruno Tucci, che esprime "ai colleghi la sua piena solidarietà e si augura che l'autorità giudiziaria, in collaborazione con le forze dell'ordine, possano fare piena luce sull'accaduto, identificando i teppisti inchiodandoli alle loro precise responsabilità"(fonte Ansa)

L'irruzione nella sede Rai di via Teulada ha mobilitato i vertici della Rai: il presidente Claudio Petruccioli ha telefonato preoccupato al ministro dell'Interno mentre Sandro Curzi, ex direttore TG3, oggi consigliere d'amministrazione della Rai, è convinto che il "blitz in via Teulada di fatto rivendica la legittimità dell'azione squadristica di piazza Navona contro la pacifica manifestazione di protesta degli studenti".(da repubblica.it)

domenica 2 novembre 2008

Licio Gelli arriva in tv con "Veneranda Italia"

FIRENZE (Reuters) - L'ex "venerabile maestro" della P2 Licio Gelli sta per sbarcare in tv, con un programma sulla storia del Novecento raccontata attraverso la sua vicenda personale, legata a doppio filo con alcuni dei più gravi scandali del Dopoguerra italiano.
E alla presentazione spazia da Berlusconi - l'unico, dice, "che può andare avanti" - alla legge Gelmini che riporta l'ordine nelle scuole, da Marcello Dell'Utri - "bravissima persona" - alla maggioranza che dovrebbe avere il coraggio di "affondare il bisturi".
Gelli - condannato nel 1994 a 12 anni per frode nell'ambito del processo per la bancarotta del Banco Ambrosiano - oggi è intervenuto a Firenze alla presentazione di un programma in nove puntate che andrà in onda da lunedì prossimo su Oden: una ricostruzione della storia del Novecento, dal fascismo agli anni Ottanta.
In "Venerabile Italia" alle testimonianze di Gelli - al cui passato di piduista si ispira il titolo del programma - si alterneranno commenti di personaggi come l'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti e il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri. Nell'ultima puntata, in onda il 29 dicembre, per la prima volta sarà in studio lo stesso Gelli.
Oltre alle condanne per la vicenda P2 e per lo scandalo del Banco Ambrosiano, nel processo per la strage alla stazione di Bologna avvenuta il 2 agosto 1980 Gelli, 89 anni, fu condannato per depistaggio, e venne accusato di avere avuto un ruolo di primo piano nell'Operazione Gladio, cioè la costruzione di una rete clandestina anticomunista.
Il suo nome fu fatto anche in seguito alla morte di Roberto Calvi, coinvolto nel crack dell'Ambrosiano e trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra nel 1982. Secondo i magistrati, il "banchiere di Dio" sarebbe stato ucciso da Cosa Nostra perché si era impossessato dei soldi di Gelli e dell''ex cassiere della mafia Pippo Calò
"SOLO BERLUSCONI PUO' ANDARE AVANTI"
Nel corso della conferenza stampa Gelli ha espresso grande apprezzamento per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il cui nome compariva nella lista degli iscritti alla loggia massonica segreta P2 (Propaganda Due) - politici, funzionari, imprenditori, militari, giornalisti - rinvenuta nella villa sello stesso Gelli durante una perquisizione nel 1981.
"L'unico che può andare avanti è Berlusconi, non perché era iscritto alla P2 ma perché ha la tempra del grande uomo che ha saputo fare", ha risposto Gelli ai giornalisti che gli chiedevano chi, secondo lui, oggi sia in grado di attuare il piano di Rinascita Democratica, parte essenziale del programma piduista che mirava alla creazione di un autoritarismo legale fondato sull'informazione.
"Tutti si sono abbeverati [al piano di Rinascita Democratica], tutti ne hanno preso spunto. Mi dovrebbero pagare i diritti - ha ironizzato - ma non fu possibile depositarli alla Siae".
Al premier non ha comunque lesinato una stoccata: oggi dimostrerebbe infatti "un po' di debolezza perché non si avvale della maggioranza parlamentare". Chi ha la maggioranza, dice Gelli, deve usarla "senza interessarsi della minoranza... Ci sono provvedimenti che non vengono presi perché sono impopolari e invece ... bisogna affondare il bisturi o non si può guarire il malato".
E se apprezza la riforma della scuola firmata dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e approvata in via definitiva due giorni fa "perché ripristina un po' di ordine", critica invece il "lodo Alfano" che conferisce l'immunità alle tre più alte cariche dello Stato: "L'immunità ai grandi dovrebbe essere esclusa, perché al governo dovrebbero andare persone senza macchia e che non si macchiano mai".
MAGISTRATURA SOLO POTERE FORTE, "TUTTO GUIDATO"
Gelli non ha dubbi, poi, su quale sia attualmente l'unico potere forte in Italia: la magistratura, "perché quando sbaglia non è previsto il risarcimento del danno".
Una magistratura, dice, che "prende decisioni su teoremi e non su prove". Come nel caso di Marcello Dell'Utri, condannato nel 2004 a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa.
"Marcello Dell'Utri è una bravissima persona, onesta e di profonda cultura", dice Gelli. "Non credo che sia mafioso. C'è una sentenza che si trascina dietro e sarà tirata fuori al momento opportuno perché tutto è guidato... Su Dell'Utri il processo non ha fatto chiarezza".
"DA LATITANTE INCONTRAI LA ANSELMI"
Gelli non ha resistito alla tentazione di raccontare un aneddoto della sua latitanza.
"Quando mi cercavano in tutto il mondo mi trovavo in Italia. Una volta a Firenze, quando alloggiavo all'Hotel Baglioni, ho incontrato in ascensore Tina Anselmi, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta che aveva dato l'ordine di ricercarmi spendendo un sacco di soldi dei contribuenti".
Anselmi, racconta Gelli, non lo riconobbe, e lui decise di divertirsi: "Avvisai un fotografo.. quando arrivò la Anselmi le andai incontro, presentandomi come un industriale che intendeva aprire un calzaturificio Italia. Lei, entusiasta della proposta, mi invitò ad andarla a trovare in Parlamento... La foto di quell'incontro è conservata nell'archivio di Stato, coperta da segreto".
E a proposito di archivi, con chi gli chiede se davvero esista un suo archivio segreto e se quello donato allo Stato un anno e mezzo fa sia completo, taglia corto: "Archivi completi non ne ho mai conosciuti: alcune cose vengono sepolte nell'oblio e poi possono riemergere"

martedì 28 ottobre 2008

Ci sono donne


Ci sono donne fatte di parole

che hanno poteri immensi,

tanto da offuscare le menti…

Ci sono donne fatte di parole

che riescono a condizionare gli eventi…

Riescono a sbaragliare quelle donne fatte di fatti,

quelle donne che odono buonumori e malumori,

che respirano gli odori,che sentono i dolori,

Ci sono donne fatte di parole

che sono apprezzate più di quelle donne fatte di fatti,

che sono morbide e buone come la pasta del pane,

che sentono i lividi e le frustate e

spesso non sono neppure amate…

(unpapaverorosso)


lunedì 20 ottobre 2008

Contro i tagli, a Roma lezioni di Fisica in Piazza

ROMA - Sono cominciate a Roma, da piazza Montecitorio, le lezioni di fisica che docenti e studenti dell'università di Roma La Sapienza hanno deciso di portare nelle piazze per protestare contro i tagli previsti dalla legge finanziaria. Due lavagne che presto di sono riempite di formule di meccanica relativistica e il professore, Omar Benhar, in piedi circondato dagli studenti, seduti in terra e silenziosissimi per non perdere una parola della lezione, tenuta senza microfono né megafono. E' la prima delle tre lezioni previste oggi e che si concluderanno alle due. Altre lezioni in piazza sono previste fino a venerdì sempre a Roma, a piazza del Campidoglio e poi a piazza Navona. Ai lati di una lavagna pende il cartello "Adotta uno studente italiano", scritto in inglese e francese. Lo stesso cartello che Daniele, studente di fisica di 22 anni, ha appeso al collo: "Chiedere aiuto all'estero è l'unica nostra possibilità di concludere qualcosa".

Il silenzio che accompagna la lezione di fisica in piazza è carico di preoccupazione per il futuro: qua e là spiccano, fra gli studenti, cartelli sui quali sono disegnati cervelli che se ne vanno, alcuni con la valigia, altri appesi a un aereo. Ad aprire il ciclo di lezioni sono le parole di una delle riviste scientifiche più prestigiose del mondo, Nature, che nell'ultimo numero ha dedicato due articoli alla situazione di università e ricerca in Italia: "Sono tempi di tenebre e rabbia per gli scienziati italiani - ha letto Benhar - che si trovano a confrontarsi con un governo che sta ponendo in essere una filosofia di tagli alle spese...". Poi comincia la lezione e anche fotografi e telecamere si muovono in silenzio attorno gli studenti. "Da qui a cinque anni l'università italiana si troverà ad avere sempre meno fondi e meno persone", rileva il fisico Carlo Cosmelli, fra i promotori dell'iniziativa. Complessivamente, precisa, si prevedono quasi 1.500 milioni di euro in meno fino al 2013, con una media di 300 milioni in meno l'anno. Vale a dire, che si passa dalla riduzione dell'1% nel 2009 alla riduzione del 7,8% fra il 2012 e il 2013. Le conseguenze, aggiunge Cosmelli, saranno meno servizi agli studenti, meno infrastrutture, peggioramento della qualità della didattica e riduzione dell'attività di ricerca. "In generale - preconizza - assisteremo a un peggioramento globale della qualità delle nostre università e ad un'ulteriore perdita di competitività rispetto alle università straniere". E' in agguato, insomma, il rischio che dopo la cosiddetta fuga dei cervelli l'Italia assista alla fuga degli studenti universitari.(fonte Ansa)

giovedì 16 ottobre 2008

Maledetti Professori ."Pretendono di insegnare in una società dove nessuno - o quasi - ritiene di aver qualcosa da imparare..."

Maledetti Professori di Pino De Luca

Ebbene si, lo ribadisco, sono un "PROFESSORE".
Un professore delle superiori, qualche volta preferisco “docente” ovvero colui che conduce ma, sottigliezze linguistiche a parte, un rappresentante tipico dei “lavoratori in declino di reputazione.”
Anzitutto nel mio ambiente. Nella scuola, nella stessa classe in cui insegno. Gli studenti continuano a guardarmi con rispetto solo grazie alla mia “fisicità”. Verso altri, meno dotati strutturalmente, non nutrono alcun timore o alcuna deferenza.
D'altra parte il professore ha uno stipendio da “operaio specializzato” e una immagine sociale priva di qualsiasi luce. Nessuno dei miei allievi manifesta la volontà di diventare “professore”, rispetto a redditi, posizione sociale e benefit della propria famiglia, molto spesso un docente è sostanzialmente un morto di fame.
E poi, diciamocelo, la cultura e la conoscenza non vanno di moda. È almeno da un ventennio che per le professioni intellettuali tira una brutta aria.
Siamo nell'era del "mito imprenditore". Del “self made man”, magari con una discreta pelliccia sullo stomaco, che si è mosso sul crinale grigio dell'etica del profitto, piccolo e bello. E ricco. Il lavoratore autonomo, l'artigiano e il commerciante, magari l'immobiliarista, magari il politico o il cavalier servente del ras cittadino o di quartiere, magari il colletto bianco intersecato con le mafie. È l'Italia che ha conquistato il benessere e anche di più, senza bisogno di studiare troppo. In qualche caso, sfruttando le conoscenze più che la conoscenza, in qualche caso intercettando le ondate delle nuove tecnologie, dello spettacolo o della finanza creativa.
Competenze apprese sempre "fuori" da scuola. Così siamo rotolati lungo la scala sociale, ai margini del mercato del lavoro. Figure laterali di un sistema - la scuola pubblica - divenuto, a sua volta, laterale. Poco rispettati dagli studenti, ma anche dai genitori. I quali ci criticano perché non sappiamo trasmettere certezze e autorità; perché non premiamo il merito. Ovviamente l'assioma è che i loro figli siano sempre meritevoli.
I più critici e insofferenti nei confronti dei professori sono, naturalmente, i genitori che di professione fanno i professori. Collega caro, come ti permetti di giudicare negativamente mio figlio? Come non ti rendi conto di due cose, intanto che è mio figlio e poi io conosco la scuola e la materia, e, permettimi di dirtelo, bisogna che si studi un po' di più. Tu naturalmente, che mio figlio studia abbastanza, anzi, spesso capisce anche senza toccare libro, a lui basta ascoltare le cose una volta.
Certo che ci abbiamo messo del nostro: ho visto colleghi andare in pensione dopo lunghissimi anni di malattia guarire miracolosamente il giorno dopo il congedo, maternità programmate per evitare di lavorare, rammento uno che disseppelliva la moglie per cambiarle posto almeno una volta ogni due anni e prendeva le ferie. Un sindacato corporativo, allineato ai vari ministri, complice e silenzioso. Impegnarsi e lavorare nella scuola produceva e ancora oggi produce un sentimento di fastidio e di invidia nel collega accanto il quale ormai prega perché un parente diventi bisognoso di aiuto e accedere ai benefici della famosa Legge 104 che ha tanti meriti ma anche tantissimi abusi.
In questo clima molti, moltissimi hanno preferito investire in altre attività professionali o per integrare il reddito o per ottenere le soddisfazioni che l'insegnamento, ridotto a routine, non è più in grado di offrire. Siamo diventati una categoria triste e rancorosa.
Finalmente il declino dei professori è divenuto più rapido. Non più solo per inerzia, ma per "progetto", dichiarato, senza infingimenti e senza giri di parole.
Basta valutare le risorse destinate alla scuola e ai docenti dall'ultima finanziaria. Basta ascoltare gli echi dei programmi di governo che prevedono riduzioni consistenti di personale, ma anche di reddito nelle scuole di ogni ordine e grado.
Meno insegnanti, quindi. Mentre i fondi pubblici destinati alla ricerca e all'insegnamento calano di continuo. Dovrebbe subentrare il privato. Che, però, in generale se ne guarda bene. Ad eccezione delle Fondazioni bancarie. Che tanto private non sono. D'altra parte, chissenefrega. Noi professori, come tutti gli statali, siamo solo una banda di fannulloni.
Maledetti professori. Soprattutto del Sud. Soprattutto della scuola pubblica. E gran parte dei professori sono, come me, statali e meridionali.
Maledetti professori. Responsabili di questa generazione senza qualità e senza cultura. Senza valori. Senza regole. Senza disciplina. Mentre i genitori, le famiglie, i predicatori, i media, gli imprenditori: loro sì che il buon esempio lo danno quotidianamente. Partecipi e protagonisti di questa società civile(?). Non vedete come è ordinata, integrata, ispirata da buoni principi e tolleranza reciproca? Per non parlare del ceto politico. Pronto sempre a supplire alle inadempienze e ai limiti della scuola.
La nuova ministra: appena arrivata, ha già deciso di attribuire un ruolo determinante ai grembiuli e al voto in condotta. Indubbio il successo di pubblico e di critica.
Maledetti professori. Pretendono di insegnare in una società dove nessuno - o quasi - ritiene di aver qualcosa da imparare. Pretendono di educare in una società dove ogni categoria, ogni gruppo, ogni cellula, ogni molecola ritiene di avere il monopolio dei diritti e dei valori. Pretendono di trasmettere cultura in una società dove più della cultura conta il culturismo. Più della conoscenza: i muscoli. Più dell'informazione critica: le veline. Una società in cui conti - anzi: esisti - solo se vai in tivù.
Dove puoi dire la tua, diventare "opinionista" anche e soprattutto se non sai nulla. Se sei una "pupa ignorante", un tronista o un "amico" palestrato, uno che legge solo i titoli della stampa gossip.
Una società dove nessuno ritiene di aver qualcosa da imparare. E non sopporta chi pretende - per professione - di aver qualcosa da insegnare agli altri.
E dunque, una società senza "studenti". Perché dovrebbe aver bisogno di docenti?
Maledetti professori. Non servono più a nulla. Meglio abolirli per legge. E mandarli, finalmente, a lavorare.
P.S. Il presente articolo è ispirato e, in qualche passo pienamente riportato, da un intervento del prof. Ilvo Diamanti apparso su www.repubblica.it il 25 giugno 2008.

martedì 14 ottobre 2008

Ma invece di far vincere la NATO in Afghanistan perché non far vincere Roberto Saviano in Italia?

Ricevo e Pubblico:

Il piano della Camorra per uccidere Roberto Saviano sarebbe entrato nella
fase operativa. Deciso all'unanimità dalle famiglie che aderiscono al
cartello dei Casalesi e addirittura fissato con una scadenza a breve
termine: entro Natale i clan vogliono ammazzare l'autore di Gomorra e se
necessario anche i carabinieri che gli fanno da scorta.
Mentre siamo impegnati in un'ipocrita "guerra al terrorismo" in
Afghanistan, mentre ci preoccupiamo che l'"Occidente è in pericolo", un
giovane cittadino coraggioso vive nell'attesa di un attentato annunciato.
E' scandaloso.
Ma invece di far vincere la NATO in Afghanistan perché non far vincere
Roberto Saviano in Italia? Possibile che lo Stato dichiari la sua
sconfitta prevedento addirittura che Saviano viva per qualche tempo fuori
dall'Italia per garantirgli l'incolumità?di Alessandro Marescotti
Questo è il messaggio che ho inviato adesso a
http://www.sosteniamosaviano.org :
"A nome di PeaceLink (www.peacelink.it) invio la solidarietà a Roberto Saviano, simbolo di un'Italia migliore e di una lotta di civiltà".

Linkate sui vostri siti e sui bostri blog
http://www.robertosaviano.it oppure http://www.sosteniamosaviano.org


E' incredibile quello che sta accadendo. Lascia ancora più sgomenti la
disperata fine di Adolfo Parmaliana, di cui qui sotto ci riferisce
Riccardo Orioles.
Un antimafioso
Adolfo Parmaliana, 50 anni, docente di chimica all'Università di Messina,
per anni sindaco antimafia di Terme Vigliatore, si è ucciso gettandosi da
un viadotto. L'ha fatto perché perseguitato, perché solo. Nel 2005, con
una serie di coraggiose denunce, aveva fatto sciogliere per mafia il
Consiglio comunale di Terme Vigliatore. Un paesino piccolo, una volta
tranquillo, ma adesso ferocemente invaso dai poteri mafio-massonici che
regnano nella vicina Barcellona, e non sono affatto deboli neppure nel
capoluogo, a Messina.Prima di morire, Parmaliana ha lasciato un dossier al fratello avvocato. È stato subito sequestrato dalla Procura di Patti. Contiene nomi di mafiosi, di politici, e anche di magistrati che avrebbero per anni coperto gli intrecci mafia-politica-affari. E in effetti la situazione della magistratura nella provincia di Messina - a differenza che nel palermitano - non è affatto al di sopra di ogni sospetto: derive, insabbiamenti,amicizie oscure. Fino ai confini dello scandalo, come nel caso Graziella Campagna.
Dalla sua lunga lotta antimafia Parmaliano ha ricavato solo delle denunce per diffamazione. Egli era convinto che alla Procura di Barcellona ci fossero dei precisi interessi volti a ridurlo al silenzio o almenno a farlo passare per diffamatore. Su questo dovrebbe intervenire, finalmente,il Csm.
La fine di Adolfo Parmaliana, che è stato un buon compagno prima dei Ds e
poi della Sinistra Democratica, un buon amministratore e un coraggioso militante antimafioso, è simile a quella della testimone di giustizia Rita Atria, che si uccise dopo la morte di Borsellino, o di Giuseppe Francese,che per vent'anni aveva lottato raccogliendo documenti, testimonianze,materiali su suo padre Mario Francese, ucciso perché faceva inchieste sui mafiosi.Morti di solitudine, di stanchezza e di disperazione, in un momento in cui sembrava loro che nulla sarebbe servito a niente e il male avrebbe vinto per sempre. Continuare le loro lotte - e, nel caso di Parmaliana, fare finalmente chiarezza sui legami fra mafia, massoneria e poteri, anche giudiziari, del messinese - è l'unico modo per rendere omaggio a queste vite generose, bruciate al servizio della comunità.
Riccardo Orioles