martedì 28 ottobre 2008

Ci sono donne


Ci sono donne fatte di parole

che hanno poteri immensi,

tanto da offuscare le menti…

Ci sono donne fatte di parole

che riescono a condizionare gli eventi…

Riescono a sbaragliare quelle donne fatte di fatti,

quelle donne che odono buonumori e malumori,

che respirano gli odori,che sentono i dolori,

Ci sono donne fatte di parole

che sono apprezzate più di quelle donne fatte di fatti,

che sono morbide e buone come la pasta del pane,

che sentono i lividi e le frustate e

spesso non sono neppure amate…

(unpapaverorosso)


lunedì 20 ottobre 2008

Contro i tagli, a Roma lezioni di Fisica in Piazza

ROMA - Sono cominciate a Roma, da piazza Montecitorio, le lezioni di fisica che docenti e studenti dell'università di Roma La Sapienza hanno deciso di portare nelle piazze per protestare contro i tagli previsti dalla legge finanziaria. Due lavagne che presto di sono riempite di formule di meccanica relativistica e il professore, Omar Benhar, in piedi circondato dagli studenti, seduti in terra e silenziosissimi per non perdere una parola della lezione, tenuta senza microfono né megafono. E' la prima delle tre lezioni previste oggi e che si concluderanno alle due. Altre lezioni in piazza sono previste fino a venerdì sempre a Roma, a piazza del Campidoglio e poi a piazza Navona. Ai lati di una lavagna pende il cartello "Adotta uno studente italiano", scritto in inglese e francese. Lo stesso cartello che Daniele, studente di fisica di 22 anni, ha appeso al collo: "Chiedere aiuto all'estero è l'unica nostra possibilità di concludere qualcosa".

Il silenzio che accompagna la lezione di fisica in piazza è carico di preoccupazione per il futuro: qua e là spiccano, fra gli studenti, cartelli sui quali sono disegnati cervelli che se ne vanno, alcuni con la valigia, altri appesi a un aereo. Ad aprire il ciclo di lezioni sono le parole di una delle riviste scientifiche più prestigiose del mondo, Nature, che nell'ultimo numero ha dedicato due articoli alla situazione di università e ricerca in Italia: "Sono tempi di tenebre e rabbia per gli scienziati italiani - ha letto Benhar - che si trovano a confrontarsi con un governo che sta ponendo in essere una filosofia di tagli alle spese...". Poi comincia la lezione e anche fotografi e telecamere si muovono in silenzio attorno gli studenti. "Da qui a cinque anni l'università italiana si troverà ad avere sempre meno fondi e meno persone", rileva il fisico Carlo Cosmelli, fra i promotori dell'iniziativa. Complessivamente, precisa, si prevedono quasi 1.500 milioni di euro in meno fino al 2013, con una media di 300 milioni in meno l'anno. Vale a dire, che si passa dalla riduzione dell'1% nel 2009 alla riduzione del 7,8% fra il 2012 e il 2013. Le conseguenze, aggiunge Cosmelli, saranno meno servizi agli studenti, meno infrastrutture, peggioramento della qualità della didattica e riduzione dell'attività di ricerca. "In generale - preconizza - assisteremo a un peggioramento globale della qualità delle nostre università e ad un'ulteriore perdita di competitività rispetto alle università straniere". E' in agguato, insomma, il rischio che dopo la cosiddetta fuga dei cervelli l'Italia assista alla fuga degli studenti universitari.(fonte Ansa)

giovedì 16 ottobre 2008

Maledetti Professori ."Pretendono di insegnare in una società dove nessuno - o quasi - ritiene di aver qualcosa da imparare..."

Maledetti Professori di Pino De Luca

Ebbene si, lo ribadisco, sono un "PROFESSORE".
Un professore delle superiori, qualche volta preferisco “docente” ovvero colui che conduce ma, sottigliezze linguistiche a parte, un rappresentante tipico dei “lavoratori in declino di reputazione.”
Anzitutto nel mio ambiente. Nella scuola, nella stessa classe in cui insegno. Gli studenti continuano a guardarmi con rispetto solo grazie alla mia “fisicità”. Verso altri, meno dotati strutturalmente, non nutrono alcun timore o alcuna deferenza.
D'altra parte il professore ha uno stipendio da “operaio specializzato” e una immagine sociale priva di qualsiasi luce. Nessuno dei miei allievi manifesta la volontà di diventare “professore”, rispetto a redditi, posizione sociale e benefit della propria famiglia, molto spesso un docente è sostanzialmente un morto di fame.
E poi, diciamocelo, la cultura e la conoscenza non vanno di moda. È almeno da un ventennio che per le professioni intellettuali tira una brutta aria.
Siamo nell'era del "mito imprenditore". Del “self made man”, magari con una discreta pelliccia sullo stomaco, che si è mosso sul crinale grigio dell'etica del profitto, piccolo e bello. E ricco. Il lavoratore autonomo, l'artigiano e il commerciante, magari l'immobiliarista, magari il politico o il cavalier servente del ras cittadino o di quartiere, magari il colletto bianco intersecato con le mafie. È l'Italia che ha conquistato il benessere e anche di più, senza bisogno di studiare troppo. In qualche caso, sfruttando le conoscenze più che la conoscenza, in qualche caso intercettando le ondate delle nuove tecnologie, dello spettacolo o della finanza creativa.
Competenze apprese sempre "fuori" da scuola. Così siamo rotolati lungo la scala sociale, ai margini del mercato del lavoro. Figure laterali di un sistema - la scuola pubblica - divenuto, a sua volta, laterale. Poco rispettati dagli studenti, ma anche dai genitori. I quali ci criticano perché non sappiamo trasmettere certezze e autorità; perché non premiamo il merito. Ovviamente l'assioma è che i loro figli siano sempre meritevoli.
I più critici e insofferenti nei confronti dei professori sono, naturalmente, i genitori che di professione fanno i professori. Collega caro, come ti permetti di giudicare negativamente mio figlio? Come non ti rendi conto di due cose, intanto che è mio figlio e poi io conosco la scuola e la materia, e, permettimi di dirtelo, bisogna che si studi un po' di più. Tu naturalmente, che mio figlio studia abbastanza, anzi, spesso capisce anche senza toccare libro, a lui basta ascoltare le cose una volta.
Certo che ci abbiamo messo del nostro: ho visto colleghi andare in pensione dopo lunghissimi anni di malattia guarire miracolosamente il giorno dopo il congedo, maternità programmate per evitare di lavorare, rammento uno che disseppelliva la moglie per cambiarle posto almeno una volta ogni due anni e prendeva le ferie. Un sindacato corporativo, allineato ai vari ministri, complice e silenzioso. Impegnarsi e lavorare nella scuola produceva e ancora oggi produce un sentimento di fastidio e di invidia nel collega accanto il quale ormai prega perché un parente diventi bisognoso di aiuto e accedere ai benefici della famosa Legge 104 che ha tanti meriti ma anche tantissimi abusi.
In questo clima molti, moltissimi hanno preferito investire in altre attività professionali o per integrare il reddito o per ottenere le soddisfazioni che l'insegnamento, ridotto a routine, non è più in grado di offrire. Siamo diventati una categoria triste e rancorosa.
Finalmente il declino dei professori è divenuto più rapido. Non più solo per inerzia, ma per "progetto", dichiarato, senza infingimenti e senza giri di parole.
Basta valutare le risorse destinate alla scuola e ai docenti dall'ultima finanziaria. Basta ascoltare gli echi dei programmi di governo che prevedono riduzioni consistenti di personale, ma anche di reddito nelle scuole di ogni ordine e grado.
Meno insegnanti, quindi. Mentre i fondi pubblici destinati alla ricerca e all'insegnamento calano di continuo. Dovrebbe subentrare il privato. Che, però, in generale se ne guarda bene. Ad eccezione delle Fondazioni bancarie. Che tanto private non sono. D'altra parte, chissenefrega. Noi professori, come tutti gli statali, siamo solo una banda di fannulloni.
Maledetti professori. Soprattutto del Sud. Soprattutto della scuola pubblica. E gran parte dei professori sono, come me, statali e meridionali.
Maledetti professori. Responsabili di questa generazione senza qualità e senza cultura. Senza valori. Senza regole. Senza disciplina. Mentre i genitori, le famiglie, i predicatori, i media, gli imprenditori: loro sì che il buon esempio lo danno quotidianamente. Partecipi e protagonisti di questa società civile(?). Non vedete come è ordinata, integrata, ispirata da buoni principi e tolleranza reciproca? Per non parlare del ceto politico. Pronto sempre a supplire alle inadempienze e ai limiti della scuola.
La nuova ministra: appena arrivata, ha già deciso di attribuire un ruolo determinante ai grembiuli e al voto in condotta. Indubbio il successo di pubblico e di critica.
Maledetti professori. Pretendono di insegnare in una società dove nessuno - o quasi - ritiene di aver qualcosa da imparare. Pretendono di educare in una società dove ogni categoria, ogni gruppo, ogni cellula, ogni molecola ritiene di avere il monopolio dei diritti e dei valori. Pretendono di trasmettere cultura in una società dove più della cultura conta il culturismo. Più della conoscenza: i muscoli. Più dell'informazione critica: le veline. Una società in cui conti - anzi: esisti - solo se vai in tivù.
Dove puoi dire la tua, diventare "opinionista" anche e soprattutto se non sai nulla. Se sei una "pupa ignorante", un tronista o un "amico" palestrato, uno che legge solo i titoli della stampa gossip.
Una società dove nessuno ritiene di aver qualcosa da imparare. E non sopporta chi pretende - per professione - di aver qualcosa da insegnare agli altri.
E dunque, una società senza "studenti". Perché dovrebbe aver bisogno di docenti?
Maledetti professori. Non servono più a nulla. Meglio abolirli per legge. E mandarli, finalmente, a lavorare.
P.S. Il presente articolo è ispirato e, in qualche passo pienamente riportato, da un intervento del prof. Ilvo Diamanti apparso su www.repubblica.it il 25 giugno 2008.

martedì 14 ottobre 2008

Ma invece di far vincere la NATO in Afghanistan perché non far vincere Roberto Saviano in Italia?

Ricevo e Pubblico:

Il piano della Camorra per uccidere Roberto Saviano sarebbe entrato nella
fase operativa. Deciso all'unanimità dalle famiglie che aderiscono al
cartello dei Casalesi e addirittura fissato con una scadenza a breve
termine: entro Natale i clan vogliono ammazzare l'autore di Gomorra e se
necessario anche i carabinieri che gli fanno da scorta.
Mentre siamo impegnati in un'ipocrita "guerra al terrorismo" in
Afghanistan, mentre ci preoccupiamo che l'"Occidente è in pericolo", un
giovane cittadino coraggioso vive nell'attesa di un attentato annunciato.
E' scandaloso.
Ma invece di far vincere la NATO in Afghanistan perché non far vincere
Roberto Saviano in Italia? Possibile che lo Stato dichiari la sua
sconfitta prevedento addirittura che Saviano viva per qualche tempo fuori
dall'Italia per garantirgli l'incolumità?di Alessandro Marescotti
Questo è il messaggio che ho inviato adesso a
http://www.sosteniamosaviano.org :
"A nome di PeaceLink (www.peacelink.it) invio la solidarietà a Roberto Saviano, simbolo di un'Italia migliore e di una lotta di civiltà".

Linkate sui vostri siti e sui bostri blog
http://www.robertosaviano.it oppure http://www.sosteniamosaviano.org


E' incredibile quello che sta accadendo. Lascia ancora più sgomenti la
disperata fine di Adolfo Parmaliana, di cui qui sotto ci riferisce
Riccardo Orioles.
Un antimafioso
Adolfo Parmaliana, 50 anni, docente di chimica all'Università di Messina,
per anni sindaco antimafia di Terme Vigliatore, si è ucciso gettandosi da
un viadotto. L'ha fatto perché perseguitato, perché solo. Nel 2005, con
una serie di coraggiose denunce, aveva fatto sciogliere per mafia il
Consiglio comunale di Terme Vigliatore. Un paesino piccolo, una volta
tranquillo, ma adesso ferocemente invaso dai poteri mafio-massonici che
regnano nella vicina Barcellona, e non sono affatto deboli neppure nel
capoluogo, a Messina.Prima di morire, Parmaliana ha lasciato un dossier al fratello avvocato. È stato subito sequestrato dalla Procura di Patti. Contiene nomi di mafiosi, di politici, e anche di magistrati che avrebbero per anni coperto gli intrecci mafia-politica-affari. E in effetti la situazione della magistratura nella provincia di Messina - a differenza che nel palermitano - non è affatto al di sopra di ogni sospetto: derive, insabbiamenti,amicizie oscure. Fino ai confini dello scandalo, come nel caso Graziella Campagna.
Dalla sua lunga lotta antimafia Parmaliano ha ricavato solo delle denunce per diffamazione. Egli era convinto che alla Procura di Barcellona ci fossero dei precisi interessi volti a ridurlo al silenzio o almenno a farlo passare per diffamatore. Su questo dovrebbe intervenire, finalmente,il Csm.
La fine di Adolfo Parmaliana, che è stato un buon compagno prima dei Ds e
poi della Sinistra Democratica, un buon amministratore e un coraggioso militante antimafioso, è simile a quella della testimone di giustizia Rita Atria, che si uccise dopo la morte di Borsellino, o di Giuseppe Francese,che per vent'anni aveva lottato raccogliendo documenti, testimonianze,materiali su suo padre Mario Francese, ucciso perché faceva inchieste sui mafiosi.Morti di solitudine, di stanchezza e di disperazione, in un momento in cui sembrava loro che nulla sarebbe servito a niente e il male avrebbe vinto per sempre. Continuare le loro lotte - e, nel caso di Parmaliana, fare finalmente chiarezza sui legami fra mafia, massoneria e poteri, anche giudiziari, del messinese - è l'unico modo per rendere omaggio a queste vite generose, bruciate al servizio della comunità.
Riccardo Orioles

sabato 11 ottobre 2008

HANDImatica 2008

Tecnologie informatiche e telematiche per l'integrazione delle persone disabili.

VII Mostra-Convegno Nazionale - 27, 28 e 29 Novembre 2008
`Tecnologie per la qualità della vita'

Bologna - Palazzo dei Congressi - Piazza Costituzione (Zona Fiera)
Ingresso gratuito
Handimatica è la principale mostra-convegno nazionale su disabilità e informatica, che si svolge ogni due anni, organizzata da Fondazione ASPHI Onlus.Sono molte le novità che riguardano questa edizione.
La prima riguarda lo spazio espositivo. Oltre ad essere molto più ampio rispetto alle edizioni precedenti, verrà organizzato in otto percorsi tematici:
Comunicabilità (comunicazione nell'ambito della disabilità sensoriale)
Ambienti per l'apprendimento (tecnologie per la scuola, la didattica,la formazione)
Accessibilità (ai siti internet, ai testi scritti, alla cultura ecc.)
Mobilità (opportunità di movimento, di relazione e di partecipazione)
Abitabilità (adattamento domestico, ambiente favorevole per la scuola,per il lavoro, per il tempo libero)
I Diritti (azioni di enti, istituzioni al lavoro, associazioni a favore delle persone svantaggiate)
Impiegabilità (inclusione lavorativa, i mestieri possibili)
Nuovi spazi di partecipazione (sport, cultura, tempo libero).
La giornata di Giovedì 27 novembre sarà dedicata alle ESPERIENZE,venerdì 28 alla TECNOLOGIA informatica e delle telecomunicazioni,sabato 29 alla PARTECIPAZIONE.
Per maggiori informazioni e adesioni:http://www.handimatica.it/



lunedì 6 ottobre 2008

Ennesimo ricorso alla fiducia da parte del governo:"Il governo chiede la fiducia sul decreto Gelmini"


ROMA - E alle ore 19 e 5 minuti arriva il voto di fiducia numero 5 in meno di quattro mesi di vita della XVI legislatura. Lo chiede il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito precisando che la richiesta nasce "solo da fatti tecnici e dall'ostruzionismo dell'opposizione non certo da divisioni all'interno della maggioranza".
C'è fretta. Il pacchetto Gelmini, dal maestro unico al grembiule fino al ritorno del voto in condotta scade il 31 ottobre. E con l'aria che tira, anche oggi davanti a Montecitorio centinaia di insegnanti hanno protestato alzando manifesti al ministro Mariastella Gelmini "Santa ignoranza" dopo i sit in del no-Gelmini day, non c'è alcuna possibilità che il decreto possa attraversare in tempo utile la discussione in commissione e nell'aula di Camera e Senato. Fiducia, quindi, come così spesso nella storia seppure breve di questa legislatura: così andò per l'Ici, per il pacchetto sicurezza con la norma sui processi, e per la Finanziaria.
Oltre alla fretta per motivi di calendario, bisogna anche ricordare che il pacchetto Gelmini ha creato non pochi mal di pancia nella maggioranza, tra i banchi della Lega soprattutto. Malumori che il governo ha subito provveduto a smentire.
Il maxiemendamento al decreto legge Gelmini è stato varato in mattinata dal Comitato dei Nove della commissione Cultura ma è approdato in aula solo alle sette di sera perchè sprovvisto della relazione tecnica che affronta la copertura economica.

Il presidente della Commissione Valentina Aprea si rammarica per il ricorso al voto di fiducia ("Non possiamo esprimere soddisfazione per una scelta del governo che interrompe il lavoro del parlamento") ma osserva che il nuovo testo "ricalca il provvedimento come è uscito dalla commissione cultura e recepisce il lavoro fatto in commissione Cultura e nelle altre commissioni che hanno ampliato e migliorato il testo". La democrazia, quindi, e l'attività parlamentare che ne è la diretta espressione, sono salve secondo pensiero e coscienza del presidente della Commissione.
Di opinione opposta l'opposizione. Durissimo il capogruppo del ps Antonello Soro: "Siamo indignati, quello che succede è gravissimo, si sta svuotando il Parlamento dalle sue funzioni. le persone libere si chiedano chi è lo sfascista in questo paese". Maria Coscia (Pd) accusa la maggioranza di aver saputo, in questi mesi, "solo alzare muri anzichè cercare il dialogo". Lino Duilio, anche lui membro della Commissione per il Pd, dice chiaro che "la maggioranza confgerma gionro dopo giorno di voler ridurre il Parlamento ad una succursale acritica del governo".
Ancora più netto l'intervento di Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori. "La Gelmini? Vende fumo - dice l'ex pm - anche a me piace vedere i ragazzi col grembiule piuttosto che con i piercing sull'ombelico, o i tatuaggi. Tutti sentiamo il bisogno di mettere ordine nella scuola, ma quella del governo è politica dell'apparenza, perchè di fatto il decreto sa solo fare tagli".(da repubblica.it)

domenica 5 ottobre 2008

Dovrei...

Dovrei parlare della storia di Amina,dovrei parlare del razzismo dilagante in Italia, dovrei parlare del sentenza del consiglio di stato che ha bocciato la consultazione popolare sulla base militare Usa a Vicenza,dovrei parlare della scuola che va sempre più a rotoli,dovrei parlare della lotta quotidiana delle persone disabili,dovrei parlare delle donne che lavorano sempre,che non hanno la schiera di domestiche e badanti e perciò anche la domenica per loro è una giornata di lavoro casalingo,dovrei parlare di sentimenti feriti,di uomini dal cuore duro...dovrei...dovrei...ma non ho occhi che leggono e orecchie che ascoltano così nell'amarezza sono avvolta dalla voglia del nulla e mi affido ai versi di un poeta...

Voglia del nulla

Triste mio spirito, un tempo innamorato della lotta, la
speranza il cui sperone attizzava i tuoi ardori, non vuole
più cavalcarti! Giaciti dunque senza pudore, vecchio cavallo
il cui zoccolo incespica a ogni ostacolo.

Rassegnati, cuor mio: dormi il tuo sonno di bruto!

Spirito vinto e stremato! Per te, vecchio predone, l'amore
ha perduto il suo gusto, e l'ha perduto la disputa; addio,
canti di ottoni e sospiri di flauto! Piaceri, desistete dal
tentare un cuore cupo e corrucciato!

L'adorabile Primavera ha perduto il suo profumo.

Il Tempo m'inghiotte minuto per minuto come fa la neve
immensa d'un corpo irrigidito io contemplo dall'alto
il globo in tutta la sua circonferenza e non vi cerco più
l'asilo d'una capanna.

Valanga, vuoi tu portarmi via nella tua caduta?

Charles Baudelaire

giovedì 2 ottobre 2008

mercoledì 1 ottobre 2008

Non ho parole...


Un brutta storia quella di Emmanuel Bonsu Foster, ghanese di 22 anni, che ai carabinieri ha denunciato le percosse e gli insulti razziali subiti dai vigili urbani di Parma,perchè scambiato per un pusher.
Sinceramente provo sconcerto e indignazione,non ho parole per esprimere la rabbia per l'ennesimo sopruso perpetrato nei confronti dei fratelli africani,ai quali è stato sottratto tutto anche la speranza di vivere una vita migliore...

Vi saluto con i versi del poeta africano Ndjock Ngana :
VIVERE UNA SOLA VITA

in una sola città,
in un solo paese,
in un solo universo,
vivere in un solo mondo
è prigione.
Conoscere una sola lingua
un solo lavoro
un solo costume
una sola civiltà
conoscere una sola logica
è prigione.

-Ndjock Ngana-




La Spada di Damocle...

L’espressione La spada di Damocle “è usata spesso per indicare un pericolo incombente e/o inevitabile.In particolare si riferisce ad un racconto di Cicerone,secondo il quale Damocle,un cortigiano adulatore alla corte di del Tiranno Dionigi I di Siracusa afferma che il tiranno è una persona molto fortuna in quanto ha potere e autorità. Dionigi propone così a Damocle di scambiarsi per un giorno i ruoli in modo che potesse gustarsi anche lui il privilegio di tale fortuna.Damocle accetta.La sera durante un bacchetto,Damocle tocca con mano i piaceri dell’essere un uomo di potere,ma al termine del banchetto si accorge che sopra il suo capo pende una spada affilata trattenuta solo dal crine di cavallo.Dionigi aveva fatto predisporre la spada sul capo di Damocle in modo che capisse che la sua posizione di tiranno lo esponeva costantemente a grandi minacce per la sua incolumità.Damocle perde così ogni entusiasmo per il potere e il gusto per i cibi raffinati del banchetto e per la presenza di bellissime ragazze e chiede a Dionigi di terminare lo scambio perché non vuole essere più tanto “fortunato”.Questa metafora indica proprio l’insicurezza e le responsabilità di cului che ha un grande potere.