domenica 25 settembre 2011

Pensiero Poetico :"Quando l'erba crescerà sulla mia tomba"


Quando l'erba crescerà sulla mia tomba,
sia lì il segno che mi si dimentichi del tutto.
La Natura mai si ricorda, per questo è bella.
E se si prova il bisogno morboso di "interpretare"
L'erba verde sulla mia tomba,
dite pure che continuo a verdeggiare e ad essere naturale.
Credo al mondo come a una margherita,
perché lo vedo... Ma non penso ad esso,
perché pensare ad esso non è capirlo...
Il Mondo non si è fatto perché noi pensiamo a lui,
(pensare fa male agli occhi)
ma perché lo guardiamo con un senso di accordo...
Io non ho filosofia, ho dei sensi.
Se io parlo della Natura, non è che sappia ciò che è,
ma perché l'amo, e l'amo per la ragione
che colui che ama mai non sa quel che ama,
né sa perché ama, né cos'è amare.
Amare è l'innocenza eterna,
e l'unica innocenza è quella di non pensare.
(Fernando Pessoa)


sabato 17 settembre 2011

L'opinione: Invidiosi?

Putin ha dichiarato a un congresso di imprenditori che chi critica le notti brave del suo amico Silvio è un invidioso. Il gerarca russo appone la sua firma d’autore all’ideologia che ha dettato legge negli ultimi decenni: il Pensiero Unico Turbomaterialista, il cui acronimo PUT richiama benevolmente il suono di una flatulenza. Secondo tale visione maschilista e totalizzante del mondo, gli esseri umani desiderano soltanto fare orge, intascare mazzette e sculettare in tv, non necessariamente in quest’ordine. È inconcepibile che qualcuno possa nutrire interessi culturali, romantici, spirituali. Quindi chi fa la morale al PUT è come la vecchietta di De Andrè, che dava buoni consigli solo perché non poteva più dare cattivo esempio.

Ora, nessuno è privo di vizi. Ma contesto l’idea che tutti desiderino quella roba lì. Io, per dire, fra una cena con Steve Jobs e una con la consigliera regionale vestita da suora, preferirei conoscere il vecchio Steve, anche vestito normalmente. Il fatto che i media (mea culpa) intervistino le squinzie invece delle ricercatrici, non significa che tutte le ricercatrici ambiscano a diventare squinzie. Esistono ricercatrici felici di esserlo (purtroppo lavorano all’estero), come esistono anziani rappacificati con se stessi che la sera vanno a letto con un buon libro e magari con una persona che amano, ricambiati. E certo non invidiano chi esibisce o ricerca corpi rifatti, volgarità e ignoranza. Vede, signor Putin, non siamo invidiosi. Solo un po’ imbarazzati per quelli, come il suo amico, che non sono più capaci di ascoltare la voce provvidenziale della vergogna.(di Massimo Gramellini,lastampa.it)