domenica 20 gennaio 2013

Pensiero poetico:Finché posso



Vento, grandine, pioggia tempestosa,
foschia che vela il giorno al suo languire,
d’anima e corpo ogni pena gravosa
finché posso vorrei per te patire.

E se potessi amarti t’amerei
perché in una notte infinita
presto si perderanno i giorni miei
e anche la pena mi sarà proibita.

-Sara Teasdale-
(da “Gli amorosi incanti”,trad S. Raffo )

giovedì 17 gennaio 2013

L'opinone:"Sul voto utile"


Io di politica non mi voglio interessare, lo ho deciso da tempo. Eppure ci ricasco, ci ricasco ogni volta. Ci ricasco ogni volta che sento pontificare dei signori esprimendo delle gigantesche castronerie e facendolo da pulpiti sui quali siedono per ragioni imperscrutabili, o forse fin troppo comprensibili.
Non trovo mai scandaloso che qualcuno abbia delle idee dalle mie divergenti. Il mio amico fraterno, il più fraterno di tutti, scomparso misteriosamente in Turchia molti anni or sono, era di destra. Aveva delle idee alle mie opposte ma le aveva per la miseria. Ne abbiamo fatti di litigi, si scazzottate finanche e picchiavamo duro. Quando eravamo spossati, con gli occhi neri e le labbra tumefatte, il corpo pieno di lividi e le costole incrinate, doloranti e affannati, ce ne andavamo ad un bar a scolarci una cassa di birra, raccontandoci dei nostri sogni e delle nostre passioni …
Mi fa schifo chi invece le idee le prende a prestito secondo il gettone che scivola nella tasca, l’opportunità e il favore di vento per sospingersi su corriere che portano a carriere. Lo so che è un errore e che il mondo di adesso è fatto di taxi sui quali salire e scendere secondo il tragitto, ma io cammino a piedi per la mia strada, spesso solitaria e tante volte polverosa, in salita e con il vento contrario. Mi preferisco così e comunque non è questo il tema.
Il tema è questa singolare idea che alcune persone lanciano come geniale: il “voto utile”. Secondo questi gaglioffi o sprovveduti esiste un voto utile contrassegnato dal fatto dichiarato ineluttabile che il PD e il PDL sono le realtà politiche del Paese e che si debba necessariamente scegliere una delle due parti. Secondo il giornalista (così viene citato) Stefano Folli, del Sole 24 Ore, quotidiano di Confindustria, addirittura il concetto di “voto utile” dovrebbe essere la strategia politica del PD per confermare la “genialata” di Veltroni capace di far vincere Berlusconi con la più ampia maggioranza della storia d’Italia e tenere la sinistra “estrema” fuori dal Parlamento.

Il Signor Folli che chiama un pezzo di storia italiana che ha sul groppone la Costituzione Più Bella del Mondo (Benigni) sinistra estrema e non dice una parola sul fatto che dei fascisti e dei secessionisti infettino le istituzioni repubblicane.
Siamo davvero al paradosso. E quando il paradosso esiste con il paradosso si risponde: il “voto utile” è quello che NON si da a PD e PDL che, insieme, sono i responsabili di un ventennio di degrado politico del Paese, di una crisi economica e sociale della quale portano la gran parte di responsabilità, altro che viene da fuori. Può darsi che venga da fuori ma qui ha trovato porte spalancate e salotti d’accoglienza.
Non mi interessa la desistenza né i favoritismi, nel 2008 Veltroni preferì spalancare le porte a Calearo, noto moderato, e Scilipoti. Rispetto per le scelte quando compiute, ma non mi aspettavo né mi aspetto che Bersani faccia delle scelte perché, vox Folli, gli vengono dettate da Confindustria. Preferisco pensare che è il PD a candidare esponenti di Confindustria e della CISL piuttosto che immaginare che Confindustria e CISL candidino Bersani.
Ciò detto la mia speranza è che i responsabili dello sfascio siano mandati a casa, so bene che sarò minoritario ma son felice, sono nato libero e servire non è nel mio orizzonte.( di Pino De Luca)

sabato 12 gennaio 2013

Pensiero goloso:Sant'Antonio e lo strutto


Per molti secoli le popolazioni europee, in particolare i poveri, sono state straziate da un male terribile: il Fuoco di Sant’Antonio. Non parlo della versione “moderna”, l’Herpes zoster. Ma della azione devastante, sia nella forma “gangrenosa” che in quella “cronica”, che alcaloidi perniciosi provocavano nelle carni di ignare moltitudini affamate. L’infezione della Claviceps Purpurea alle piante di segale, la resistenza delle sue tossine alle alte temperature, provocava delle epidemie che, in realtà, erano terribili forme di avvelenamento collettivo. Come rispondere se non rivolgendosi a colui che combatté le fiamme dell’inferno? Sant’Antonio Abate e ai suoi santuari! E, molto spesso, Sant’Antonio faceva il miracolo.
I sintomi dell’ergotismo, specialmente nella forma gangrenosa, sono devastanti. La forma più visibile e dolorosa: lesioni cutanee orribili, l’unico modo per lenire la sofferenza: lo strutto.
Esso era nella disponibilità dei monaci antoniani che, per sostenersi, furono autorizzati ad allevare maiali. I maiali marchiati di tau, castrati e con una campanella al collo, si nutrivano di “pubblica carità” circolando liberamente per le strade dei villaggi e delle città.
Il viaggio e la permanenza nelle aree circostanti il culto allontanavano dai luoghi nei quali c’era il focolaio dell’infezione, cambiava l’alimentazione (fave e carne di maiale), riduzione dell’avvelenamento e indubbi vantaggi in salute.
Compreso, qualche secolo dopo, che l’origine del male è la Segale Cornuta, il mito del santo guaritore scemò e i maiali, da bestia sacra, ridiventarono un problema.
Sant’Antonio però è un Santo pieno di sorprese, rimane la simbologia e tutta intera l’iconografia e la sua storia straordinaria della quale i simboli primari son la tau, il fuoco e il maiale.
Storia che si rinnova in alcuni luoghi portandosi appresso un carico di intarsi, tra il cristiano e il pagano, antropologicamente interessantissimi.
Ma qui si racconta di cibi e Sant’Antonio Abbate ne ha ben donde: Purea di fave, carne di maiale e “pane non impastato”. Lo spazio è poco e le cose da dire sarebbero molte, ma non si può lasciar sottotraccia l’unguento miracoloso, ormai inutile come farmaco ma portentoso in cucina. Farsi da sé lo strutto è semplice e i risultati sono eccellenti.
Il maiale ha due tipi di grasso: il lardo e la sugna, il primo è dorsale ed è strettamente legato alla cotica; il secondo è addominale e senza pelle. Lo strutto si fa fondendo la sugna, tagliandola a piccoli pezzi di un cm e ponendola in una pentola spessa con cinque sei foglie di alloro.
Una sorgente di calore a bassa intensità ed ampia diffusione (fornello piccolo dotato di largo spargi fiamma), la sugna deve sciogliersi senza cuocere, la temperatura deve essere al massimo 70 °C. Lentissimo riscaldamento, diciamo 4-5 ore e si ottiene un liquido trasparente che, attraverso un colino, si versa in un vasetto. Raffreddandosi diventa cremoso e candido.
Nel colino resteranno i ciccioli, non vanno buttati, servono per il tortano …
La sera del 16 gennaio, per sapere cos’è Sant’Antonio Abate nel comun sentire, fare un salto a Novoli!!!(di Pino De luca)